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2^ SETTIMANA – L’ARIA È FRIZZANTINA, IL CIELO È IN FIAMME E ANCHE IO LO SONO! (pag. 22 - 25)

Sono molto emozionata e spero di aver fatto tutto.

Ho lasciato a Nicoletta le chiavi del negozio e tutte le indicazioni; nello zaino ho portato solo l’essenziale, ma sono riuscita a ricavare uno spazio per la foto della mia pro-prozia: sono certa che ci guiderà!

Raggiungo il luogo dell’appuntamento e gli altri sono già lì in attesa di Rosetta.

Ci guardiamo trepidanti; solo Filippo sembra ancora assonnato.

Ecco il primo spicchio di sole che sorge, valeva la pena alzarsi così presto per non perdersi questo spettacolo!

Mentre mi godo l’alba, un camper si ferma proprio accanto a noi.

Il finestrino si abbassa e Rosetta, alla guida, ci chiama:

«Buongiorno amici, salite forza, che l’avventura abbia inizio!».

Un camper? Questa proprio non me l’aspettavo, avrei sempre voluto fare una vacanza in camper!

Questo è un desiderio che si avvera, cominciamo molto bene!

«Sapete, spesso devo lavorare a lungo in siti archeologici, dove è difficile trovare alloggi comodi.

Col camper ho sempre la casa con me e il problema è risolto» ci spiega Rosetta, che prosegue:

«Qualcuno ha capito dove siamo diretti?».

Solo Ortensia sembra aver intuito:

«Forse io. Il taccuino parlava di “una montagna creata per donare ristoro”.

Un’antica leggenda narra che Dio, dopo aver disegnato con cura e fantasia le cime delle Dolomiti, ebbe un momento di stanchezza.

Desiderava sedersi per riposare e ammirare le montagne, ma non sapeva dove tra tutte quelle guglie.

Così ebbe l’idea di creare una montagna che assomigliasse a un grande trono per potersi riposare».

Rosetta annuisce soddisfatta:

«Proprio così Ortensia, quella montagna è il monte Pelmo, fa parte delle Dolomiti Bellunesi, tra la Val di Zoldo, la Valle di Boite e Selva di Cadore.

Il viaggio è lungo, quindi approfittate per riposare e godervi il paesaggio».

Ho molto sonno in effetti, ma non riesco a staccare gli occhi dal mio mare, che stiamo costeggiando e che mi mancherà moltissimo in queste settimane.

Chissà come se la caveranno i miei amici in nostra assenza?

In realtà crollo addormentata per parecchie ore, finché la voce squillante di Anna mi fa sobbalzare:

«Guardate che strana forma ha quella montagna, sembra proprio una poltrona… che sia il Monte Pelmo?».

«Esatto Anna, siamo arrivati! Esploratori, preparatevi a scendere».

La giornata è bella e non particolarmente calda, ed è un bene, perché salire in montagna non è semplicissimo.

Ortensia e Rosetta confabulano tra loro, mappe alla mano,  per decidere quale sentiero percorrere.

Zaini in spalla e scarponi ai piedi, destinazione Monte Pelmetto.

Ovviamente si trova accanto al Pelmo, come un fratello minore.

Dopo un paio d’ore di salita, tra pietre e pini mughi, inizio a sentire un certo languorino.

Per fortuna ci fermiamo in una bella malga per il pranzo.

Stendiamo la tovaglia e mangiamo i panini e qualche quadretto di cioccolato che ci dà energia.

Dopo esserci ristorati, riprendiamo il cammino in silenzio, uno dietro l’altro.

Sento di non farcela proprio più, quando finalmente Rosetta ci fa segno di fermarci. Era proprio quello che speravo!

Ci ripariamo all’ombra di una grande lastra di pietra che si trova in equilibrio, obliqua.

Guardo le vette, così imponenti, il cielo azzurro, che sembra vicinissimo, respiro l’odore della resina, è balsamico e fa bene ai polmoni, come il mio mare, del resto. Che meraviglia!

Rosetta e Ortensia parlottano e indicano alcuni buchetti sulla superficie della grossa pietra liscia, poi ci fanno segno di avvicinarci:

«Amici, siamo giunti alla meta. Vedete questi buchi? Sono impronte di dinosauri.

Io e Ortensia pensiamo che sia questo il cammino dei giganti di cui parla il taccuino di Ginestra».

«Hai detto dinosauri?» dice Filippo, tremando.

«Sì, ma tranquillo, sono passati di qui molti milioni di anni fa» lo rassicura Ortensia dopo essere scoppiata in una fragorosa risata.

«Guardate bene il masso, potete riconoscere tre piste differenti: una serie di impronte, una pista appunto, è di un carnivoro, le altre due sono di erbivori» ci spiega Rosetta.

«Si sono formate su questa lastra perché, prima di essere una pietra, era un fondo molle, una riva del mare.

Le Dolomiti molte ere fa erano un arcipelago, isole nel mare, ecco perché, se osservate con attenzione queste montagne, potete trovare le conchiglie fossili e quei sassi a righe sono alghe stratificate e divenute di pietra».

Ma stanno dicendo sul serio? Il mare era fin quassù?

Sarà per questo motivo che mi sento così bene tra questi monti!

Qui, tra rocce, montagne, boschi e valli parte la ricerca dei fossili.

Ortensia e Rosetta nel frattempo cercano di decifrare l’ultima parte dell’enigma, mentre noi esploriamo le montagne.

Io ho trovato qualche sasso con impronte di conchiglie, Anna ha disegnato dal vero dei fiori coloratissimi, sono genziane e rododendri.

Filippo sta fotografando dei rapaci che volano sulle cime, devono essere falchi o poiane, ma potrebbero essere anche aquile, che vivono quassù.

Isacco ci chiama per spiegarci i nomi delle varie cime che ci circondano, Anna prende il binocolo per osservare meglio il panorama.

A un certo punto qualcosa attira la sua attenzione:

«Guardate nella valle laggiù; quel campo di grano non sembra un cuore d’oro?».

All’udire quelle parole, Rosetta e Ortensia si fanno un cenno e corrono a vedere.

«Isacco, avevi proprio ragione: l’intuito di Anna ci ha fatto scoprire la prossima tappa!» esclama entusiasta Rosetta.

«Pronti per scendere a valle?»

2^ SETTIMANA – L’ARIA È FRIZZANTINA, IL CIELO È IN FIAMME E ANCHE IO LO SONO! (pag. 22 - 25)
Capitolo 3 - Indice

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